Giorgia un angelo di 29 settimane
Mi chiamo Stefania Fanizza, mamma della piccola Giorgia Cinefra.
Dalla mia esperienza sono passati ormai 9 anni...Giorgia sta benissimo è alta 145cm e pesa 35 Kg(mi è sempre rimasta la fissazione del misurare altezza e peso).
E' vero sono passati ormai 9 anni, fortunatamente da quando Giorgia è uscita dall'ospedale senza alcun tipo di conseguenza, è stato tutto un crescere di emozioni...ma tutti i ricordi sono vivi dentro di me e mai mi abbandoneranno.
Ricordo tutto perfettamente, come se fosse ieri, i volti dei medici(uno dei quali è riamasto il pediatra che ha seguito Giorgia negli anni successivi e l'altro mio piccolo Simone), i volti delle infermiere, i colori del reparto, gli odori, i suoni, le voci, tutto è impresso nella mia mente e nel mio cuore.
Ero alla mia prima gravidanza, mai un problema mai una nausea tutto procedeva per il meglio fino a che il 7 Giugno del 2006(29^ settimana di gestazione) dopo dolori atroci e perdite di sangue mi trasportarono d'urgenza dall'ospedale di Grottaglie a quello di Taranto perchè la mia piccola doveva nascere assolutamente, rottura del sacco e distacco di placenta.
"Non c'e' tempo da perdere, Signora la sua bambina deve nascere subito"questa fu la durissima risposta alla mia domanda"ma è ancora troppo presto è troppo piccola".
Dal momento che entrai in sala operatoria ricordo solo una cosa:dissi a me stessa:cerca in te tutto il coraggio che hai dentro Giorgia ha bisogno di essere rassicurata ,tutto andrà bene". Cosi feci, mi abbandonai su quel freddo lettino, senza dire una parola ma solo con la speranza che al mio risveglio Giorgia fosse viva .
Mi svegliai, mio marito sempre accanto mi disse che Giorgia era viva, pesava Kg 1,100, era troppo piccola, intubata e un dottore la porto' su nell'incubatrice mentre le dava ossigeno.
Ovviamente non respirava da sola, aveva del sangue nello stomaco, insomma questioni di attimi...
Io l'ho vista il giorno dopo, ricordo al citofono il mio dire Cinefra con una voce colma di paura, ansia, gioia di vederla finalmente.
Ricordo gli armadietti con il cognome tutta la procedura da adottare prima di entrare in quell'immenso portone ...una volta entrata la statua della Madonnina sulla destra, una parete con tutte le foto dei bimbi prematuri, la prima stanza con le cullette termiche, la seconda stanza con le incubatrici e l'ultima di terapia intensiva dove stava la mia piccola Giorgia.
Appena la vidi...cosi' piccola, cosi' esile, cosi indifesa e piena di tubicini che le attraversavano il corpo, il bip incessante delle macchine, la lampada, il cappellino, il pannetto che le arrivava sopra il torace.
Furono cinque minuti di emozioni e sensi di colpa indescrivibili e indimenticabili, era come un sogno, mi sveglio' la voce di un'infermiera che ci disse:potete accarezzarla, ci fece vedere come dovevamo fare e ricordo ancora l'odore del sapone che usavamo prima di accarezzarla.
Da quel giorno in poi, ogni santo giorno era un calvario per noi, quanto mangiava, tutte le volte che aveva avuto delle crisi respiratorie....tutte le visite...il non sbilanciarsi dei medici, il loro:"è ancora troppo presto dobbiamo aspettare se riesce a respirare da sola"
Un giorno entrando vedemmo seduto vicino a lei lo stesso medico che la soccorse appena nata, che è sempre il medico che l'ha seguita negli anni successivi il Dottor Forleo, ci disse con tanta semplicità e amore:stavo facendo un po di compagnia alla mia amica Giorgia.
Che meraviglia, che bello sapere che al mondo esistono medici, infermieri come quelli che lavorano nel reparto di Terapia Intensiva Neonatale, 6^ì piano, dell'Ospedale SS.Annunziata di Taranto.
Li in quei lunghi 58 giorni, mi sono sentita a casa mia, rassicurata e sicura che Giorgia stesse in buone mani.
Dopo 25 giorni di terapia intensiva, una mattina arrivammo e Giorgia non era piu' nella sua solita incubatrice, allora ci venne incontro un medico e ci disse:Giorgia è stata promossa è passata nell'altra stanza.
Giorgia era fuori pericolo, respirava da sola, aveva solo bisogno del calore dell'incubatrice e di crescere.
Iniziai a cambiarle il pannetto(difficilissimo attraverso i fori dell'incubatrice), a darle il biberon....avevo voglia di stringerla forte a me ..arrivo' anche quel giorno quando all'improvviso lamattina del Sabato mi dissero:Giorgia è nella culletta termica e lunedi' torna a casa.
Non posso descrivere cosa ho provato, so solo che mentre scrivo il mio viso si copre di lacrime e il mio cuore batte all'impazzata soprattutto guardando ora Giorgia e il pericolo che ho corso di non poterla crescere.
Vorrei dire a tutti quei genitori che si troveranno purtroppo ad affrontare questa situazione di non avere sensi di colpe, di non cercare risposte impossibili perchè non ce ne sono, l'unica risposta che vi potete dare alla domanda:perchè proprio a me è: perchè vi è stato affidato un angelo e comunque andrà ce la metterà tutta per sopravvivere.
Giorgia Si è aggrappata alla vita, ogni giorno, briciola dopo briciola, preghiera dopo preghiera, pianti dopo pianti, ma se la mia piccola è qui con noi e' soprattutto grazie a loro, al reparto UTIN del SS.Annunziata, dei medici e degli infermieri che ogni giorno, ogni minuto si dedicano al loro lavoro con amore, devozione e professionalità.
Grazie di cuore.
Stefania mamma, Antonio papà e Giorgia